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GRAZIA DA RESTAURATRICE E POLSO DACHIRURGO- La caporalmaggiore Roberta Micoli, come il sergente Cosimo Piccinato che l’assiste e ogni 40 minuti le dà il cambio (perché ognuna delle due sia sempre lucida e pronto di riflessi), deve scavare con una grazia da restauratrice di affreschi e un polso stabile da chirurgo. Le mine che cercano loro due e i loro compagni d’arme furono messe sottoterra da Israele negli anni ’70, quando gli attentati di terroristi palestinesi, le incursioni di fedayn dal Libano e le robuste risposte militari israeliane erano abituali e frequenti. Poi vicino alle mine si aggiunsero nuove reti, cavalli di frisia, e per motivi diversi quelle bombe anti-uomo, pronte a esplodere con soltanto otto chili di pressione, si sono in più casi spostate.LE MINE BISOGNA CERCARLE - Israele ha fornito alla forza multinazionale dell’Onu Unifil2, nella quale rientrano 1.100 italiani su 12 mila effettivi di 39 Paesi, la mappa del campo minato di Marwain. Tuttavia, la pioggia e la crescita di radici nella sterpaglia hanno modificato la posizione di numerose delle trappole esplosive nascoste. E allora occorre cercarle, prima passando un metal detector su un corridoio largo un metro tra pietre e cespugli, poi scavando a 20 centimetri di profondità, poi ripassando il metal detector per verificare se non ci sono mine nei 20 centimetri ancora più in basso. Incuranti, anziane donne libanesi sconfinano dai percorsi bonificati per fare legna e caricarla sui propri muli, alcuni dei quali, in passato, si racconta siano saltati per aria.
NON MANCANO I SERPENTI - « Un lavoro faticoso, ma dà soddisfazione», dice Roberta Micoli mentre in ginocchio taglia una radice. «Il caldo pesa parecchio, la tuta anche», spiega, e si riferisce alla protezione che ha indosso. Una decina di chili di peso, un assemblaggio di placche simili a lapidi rivestite di stoffa. Un completino antischegge non proprio ideale per la temperatura quando il caldo raggiunge, come in questi giorni, i 40 gradi. Pensare alla morte è inevitabile percorrendo il sentiero bonificato, tra postazioni riservate alla squadra medica pronta a intervenire in caso di esplosione accidentale, mine affioranti fuori dai bordi e cavalli di frisia. Ma i pericoli non si nascondono soltanto negli esplosivi nascosti. Tra i rami da tagliare, a farsi vivi talvolta sono la “vipera palestinese”, la “macro-vipera lepetina turanica” e il “cobra del Sinai”. Anche lo scorpione con punture “raramente pericolose per la vita”, rassicura un cartello del contingente italiano, e, da non trascurare, minacciose nuvole di api.LA BLUE LINE - Tutta questa bonifica serve a rendere possibile l'impiantamento di piloni blu della Blue line, traiettoria riemersa dopo la guerra del 2006 tra Israele e Libano. Le sue origini risalgono a una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu del 1978. Soltanto che una linea tracciata a penna su una mappa in scala diventa, nella realtà, una striscia larga decine di metri. E per concordare in quali punti l’Onu deve far piazzare i piloni blu, Israele e Libano devono ricorrere all’intermediazione di Unifil. Senza contare il rischio che le mappe del Medio Oriente, di questi tempi, cambino ancora.
Maurizio Caprara31 luglio 2012 | 22:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA